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L'indice tedesco si sgancia dai 13 mila punti dopo la riunione della Bce e aggiorna i nuovi massimi storici.
Si allontana finalmente dai 13 mila punti il Dax dopo la riunione della Bce. Le parole ancora accomodanti di Draghi e la contestuale riduzione degli acquisti mensili del piano di QE hanno appagato gli operatori. La moneta unica si è deprezzata notevolmente verso le principali valute mondiali, fornendo un supporto all'azionario e a tutte quelle aziende volte all'export. A non aver apprezzato i toni accomodanti sono le banche, penalizzate dal contesto di rendimenti bassi.
Il risk on sui mercati nelle ultime ore ha trovato il sostegno anche delle trimestrali brillanti che sono arrivate da Alphabet, Microsoft e Amazon. Come se non bastasse, anche i dati sui profitti industriali in Cina a settembre hanno registrato il maggior balzo da quasi 6 anni.
Il clima positivo farà i conti oggi con la prima stima del Pil del 3° trimestre, previsto in rallentamento dal +3,1% rispetto al trimestre precedente, causa gli uragani che si sono abbattuti sulle coste Usa a inizio settembre.
Alla luce di ciò, in molti si chiederanno dove possa arrivare ora l'indice tedesco. Tra meno di un mese potremmo essere a 14 mila punti. Non vediamo al momento la presenza di rischi al ribasso sull'economia. Al di là del vivace contesto macro, negli Usa la riforma fiscale sembra essere più vicina e le tensioni in Corea del Nord si sono ridotte.
Qualche correzione potrebbe essere solo temporanea e rapprensenterebbe un'occasione per poter rientrare su livelli più bassi. Nel dettaglio, sotto 12.900 punti l'indice potrebbe andare a caccia del supporto collocato a 12.500.
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