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L'indice tedesco ha aggiornato i nuovi record storici in apertura stamane e ora "vede" i 13 mila punti.
La propensione al rischio che si è liberata sui mercati azionari nelle ultime due settimane ha riportato gli indici a Wall Street e il DAX ad aggiornare i massimi storici.
In recupero anche molti altri indici della periferia, con il Ftse Mib che è tornato ai livelli di fine 2015.
A spronare gli operatori sono stati principalmente due fattori:
- il risultato elettorale francese, che ha ridotto considerevolmente i timori di un'instabilità politica della zona euro;
- le buone indicazioni macro stanno fornendo un certo supporto al sentiment del mercato, troppo sottovalutato.
A questo punto non resta che aspettare le indicazioni che arriveranno sul fronte inflazione. Se i dati di maggio dovessero confermarsi solidi, non ci saranno più scuse per la Bce per mantenere un atteggiamento ultra accomodante. Già nella riunione di giugno potrebbe essere modificata la forward guidance, in modo da incorporare una possibile revisione del quantitative easing durante l'autunno e una normalizzazione dei tassi a partire da inizio 2018.
Tali aspettative dovrebbero sostenere il comparto bancario, che apprezza tassi più alti.
Alla luce di ciò, salvo temporanee prese di profitto fisiologiche, ci aspettiamo ancora rialzi.
Sull'indice DAx il target principale rimane a 13.000 punti, livello che potrebbero essere facilmente alla portata. Prima, però, delle discese verso la precedente trend line che delimita il canale ascendente di inizio anno sono possibili.
Attenzione al cedimento di tale livello che potrebbe aprire a un'estensione dei cali verso la parte bassa del suddetto canale. Non si può escludere che tale movimento porti alla chiusura del gap up lasciato aperto due settimane fa, a 12.090 punti.
E' necessario che questo canale tenga per scongiurare il pericolo di una discesa più importante.
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