FTSE 100 sotto effetto sterlina. Regno Unito nelle mani della Brexit
Elezioni europee, dimissioni di Theresa May (7 giugno), ritorno dell’opzione no-deal sulla Brexit; a parte, il ribasso della sterlina, scesa di quasi il 4% contro euro e dollaro. Quali dinamiche dietro all'indice FTSE100 inglese?
Indice FTSE 100 in ripresa, dopo il calo di ieri dell’1,2% in scia ai ribassi generalizzati registrati su tutte le principali piazze finanziarie. Gli appuntamenti in agenda per il Regno Unito sono molti e di diversa natura, a partire dal voto europeo, passando attravero le dimissioni di Theresa May (il prossimo 7 giugno) ed il ritorno dell’opzione no-deal sul fronte Brexit.
Elezioni europee 2019: no agli exit polls
Gli elettori inglesi, assieme con gli olandesi, sono stati i primi ad aprire le danze alle urne per il voto dei 751 parlamentari europei, 73 dei quali (per il momento) britannici. In un momento non semplice per il Vecchio Continente e per i mercati in genere, la decisione della Gran Bretagna di non render noto alcun exit polls prima di domenica sera (quando ci sarà lo spoglio definitivo) si lega ad un fattore di sensibilità: dalle preferenze espresse in sede europea potrebbe infatti leggersi quale sia la tendenza politica più forte nel Regno Unito, che tra le opzioni di breve periodo vede la possibilità di nuove elezioni generali.
Olanda alle europee: euroscettici schiacciati
Dopo qualche disguido, a rivelare le proprie stime di voto è stata l’Olanda che, qualora i sondaggi fossero corretti, vedrà andare la maggioranza dei consenso al partito laburista di centrosinistra, col partito populista euroscettico che dovrebbe raggiungere il quarto posto. Tale dato preliminare, oltre a fornire una prima panoramica su uno degli Stati chiave europei, potrebbe influenzare l’opinione degli altri Paesi non ancora andati al voto.
Dimissioni di Theresa May (7 giugno)
L’attenzione degli operatori intanto resta alta sul fronte Theresa May, che ha da poco annunciato la data della sua uscita da Downing Street: sarà venerdì 7 giugno. A far trapelare la goccia dal vaso è stata l’ultima revisione del testo concordato con Bruxelles, letta come un tentativo in extremis di ottenere consensi ad un deal poco apprezzato fin dalla nascita sia dall’opposizione che dallo stesso partito conservatore. Tra le modifiche apportate da May, l’opzione di un referendum bis ed un ripensamento della soluzione per l’Irlanda (backstop) che, in caso di Brexit e in assenza di validi provvedimenti, si troverebbe nuovamente divisa in due.
Dopo la sconfitta incassata sul fronte Brexit con il suo accordo pluribocciato, May rimarrà alla guida del Regno Unito fino alla visita del presidente americano, Donald Trump, tra il 3 ed il 5 giugno. A partire dal prossimo 8 giugno dovrebbe invece avere inizio la corsa ufficiale alla nuova leadership.
GBP sotto effetto no-deal: giù contro EUR, USD
Le varie dinamiche susseguitesi sul mercato ed una rinnovata paura per l’opzione no-deal (un’uscita disordinata e senza accordo dall’Unione europea) ha messo sotto pressione la sterlina, che contro euro ha inanellato una serie di 14 sedute di borsa consecutive in crescita, con la coppia EUR/GBPpassata da un livello iniziale poco sotto 0,85, alla soglia di chiusura di ieri in area 0,8830 (+3,9% a favore della moneta unica). Non migliore è stata la performance del pound contro il biglietto verde, col dollaro a stelle e strisce in un momento di particolare forza, che ha guadagnato sulla sterlina il 3,8%, su livelli che mancavano dai primi tre giorni di gennaio.
FTSE 100: dinamiche e forze a confronto
Generalmente, sul ribasso della valuta nazionale l’indice di riferimento tende ad apprezzarsi, grazie al ribilanciamento delle posizioni di copertura da parte degli investitori stranieri. Una valuta più leggera tende inoltre a portare benefico alle aziende altamente esposte all’export, quali sono le aziende interne all’indice FTSE 100.
A partire da inizio anno, il paniere delle società inglesi più capitalizzate ha guadagnato il 10,5%, inquadrato all’interno di un trend crescente in essere dalla fine di dicembre 2018. Tra i titoli meglio performanti di giornata, Royal Mail guadagna attorno al 4,5%. Sempre Royal Mail è invece il peggior assest su base annua, in calo rispetto ai valori del maggio 2018 del 61%.
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