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Giornata no per l'indice FTSE Mib: ribassi diffusi tra banche, auto ed energia

Bene Amplifon e Juventus, male Mediaset e Mediolanum grandi escluse dall'indice italiano delle 40 aziende più capitaliuzzate. Tra le azioni più penalizzate di giornata Fiat e Ferrari, Telecom TIM e Saipem, che sconta la flessione del prezzo del petrolio. Salvi Ferragamo e Moncler, a +1,5% e +0,9%.

Ftse Mib
Fonte Bloomberg

Dentro Amplifon e Juventus, fuori Mediaset e Banca Mediolanum. In una giornata negativa per il listino italiano (che perde circa due punti e mezzo percentuali), a festeggiare con rialzi rispettivamente del 3 e dell’1,5 per cento sono gli ultimi due titoli entrati all’interno dell’indice FTSE Mib.

L’azienda delle protesi acustiche ha aperto le contrattazioni con un significativo +4,5%, poi ridimensionatosi nel corso della sessione.

Il team torinese ha invece avviato la sessione con un profitto del 2,5%, nonostante il secondo pareggio in campionato ottenuto ieri contro l’Atalanta.

Movimento opposto per le due escluse dal paniere delle 40 aziende più capitalizzate del Bel Paese: mentre Mediaset si è portata nelle ultime fasi di seduta a ridosso del -1,4%, Mediolanum si è comportata decisamente peggio, in rosso per oltre sei punti percentuali.

A far compagnia al gruppo bancario tra i titoli peggio performanti di giornata, Fiat Chrysler e Ferrari (sulle quali ha pesato il possibile provvedimento volto ad incentivare in Italia la vendita di auto ibride ed elettriche di gruppi cometitor), Telecom Italia (con l’acquisto da parte del ceo, Luigi Gubitosi, di 330.000 azioni Tim al prezzo di 50,51 cent) e Saipem (che ha risentito del nuovo calo dei prezzi dle petrolio).

Unici titoli in verde, Recordati (2,20%), Ferragamo (1,5%), Moncler (0,9%) e Ubi (+0,4%).

Nonostante l’uscita di scena, una notizia positiva per Mediolanum è giunta oggi da Assogestioni: nel mese di novembre si è registrato un calo delle somme impiegate nel risparmio gestito pari a 4 miliardi di euro, con deflussi che hanno interessato anzitutto fondi obbligazionari (-2,43 miliardi) e flessibili (-1,48 miliardi). Tra i grandi gruppi del settore, a fare eccezione sono stati Anima , Allianz e il gruppo Mediolanum; tra i peggiori, Poste Italiane.

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