Inflazione Core Zona Euro a +3,7% anno su anno, in calo rispetto alle aspettative
L’indice Core segna un lieve ribasso mentre l’inflazione accelera e sale all’8,6%.
I risultati
L’indice Core sull’inflazione di giugno nella Zona Euro ha fatto registrare un dato migliore del previsto con un aumento anno su anno del +3,7% rispetto alle stime ferme al +3,9%. Il dato è in leggero calo anche rispetto ai risultati di maggio che toccarono il +3,8%.
Al contrario il tasso di inflazione (che tiene conto anche dei panieri di energia e alimentari) è salito più delle previsioni del consensus ferme al +8,4%, toccando il +8,6% anno su anno. L’aumento mese su mese è infatti del +0,8%, uno degli incrementi maggiori da inizio anno.
Di conseguenza i risultati non fanno che confermare il programma di politica restrittiva pianificato dalla Banca Centrale Europea che aveva già delineato l’intenzione di un rialzo dei tassi nel mese di luglio, il primo da oltre 11 anni.
L’incremento dell’indice dei prezzi al consumo dimostra che nell’Eurozona il tasso di crescita dei prezzi non accenna a diminuire anche se in Germania, ad esempio, il tasso di inflazione mese su mese è sceso dello 0,5%. Tuttavia, ciò si deve ad una politica di sussidi statali recentemente introdotta per calmierare il crescere dei prezzi di energia ed alimentari ed è ben lontano dall’essere lo zenit delle pressioni inflazionistiche.
Infatti, altri paesi come Francia, Spagna e Italia hanno raggiunto nuovi picchi di inflazione con la Penisola iberica che ha raggiunto un record dal 1985 al +10,2% mentre il Belpaese ha toccato il +8% con un incremento del +1,2% mese su mese, ai massimi dal 1986.
Le mosse della BCE
A questo punto le azioni della BCE diventano più chiare. L’incremento a luglio è già dato per scontato così come un rialzo a settembre. Il governatore della BCE Christine Lagarde ha nuovamente affermato che se l’inflazione non dà segnali di rallentamento il Consiglio direttivo della banca centrale non esiterà ad aumentare il ritmo del programma di rialzi.
Infatti, rimane pressoché certo il fatto che i tassi di interesse di riferimento della Banca Centrale Europea torneranno a breve positivi per la prima volta dal 2014.
L’incognita, ora, riguarda lo spettro di una recessione dell’economia, indebolita da molteplici fattori ma tutto sommato ancora resiliente.
L’eurodollaro sale ma poi si stabilizza
La coppia EUR/USD subisce un breve rialzo da 1,045 fino ad un massimo di 1,046 ma poi ritraccia e si stabilizza. Infatti, il dato in crescita sull’indice dei prezzi al consumo all’8,6% fa credere agli investitori che la BCE alzerà i tassi di interesse in modo più aggressivo di quanto previsto, rafforzando dunque la moneta unica.
La reazione degli indici
Gli indici azionari del Vecchio Continente non mostrano particolare segnali, se non un breve rialzo al momento della pubblicazione del dato, e continuano in scia ai magri guadagni della giornata per poi ritracciare e finire in rosso. Infatti, il rialzo dei tassi rassicura - in un certo senso - gli investitori che sembrano più preoccupati di una crescita record delle pressioni inflazionistiche rispetto ai timori di una recessione che al momento - per quanto riguarda l'Europa - sembra sia da monitorare per il 2023.
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