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L’addio di Draghi alla BCE, oggi ultima riunione: ecco l’eredità per Lagarde

Confermati i tassi, il quantitative easing e tutto ciò per cui Mario Draghi si è battuto finora

Mario Draghi Fronte: Bloomberg

Ultimo consiglio di politica monetaria della Banca Centrale Europea a guida Mario Draghi. Il mandato dell’economista italiano scade infatti il primo novembre, quando prenderà il suo posto l’ex presidente del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde.

Durante la riunione di oggi sono arrivate conferme di quanto pronosticato: conferma del tasso principale a zero, del tasso sui prestiti marginali allo 0,25% e, soprattutto, di quello sui depositi a -0,5%. Resta dunque il tasso negativo, tra i cavalli di battaglia di Mario Draghi.

Draghi ha dichiarato che tale politica proseguirà fino a quando l’inflazione non sarà arrivata a sfiorare il tetto del 2%, obiettivo della zona Euro. Confermato anche l’avvio di misure di quantitative easing, a decorrere dal 10 novembre: una misura che prevede l’acquisto di titoli di stato per 20 miliardi al mese, fino a data ancora da concordare, ed è volta a immettere liquidità sul mercato e ravvivare l’economia dell’Eurozona, in un contesto di recessione globale dovuta soprattutto alle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti.

Cosa ci aspettavamo di sentire alla scadenza del mandato?

Non si può certo dire che vi fossero aspettative troppo diverse. È tuttavia interessante l’atmosfera all’interno del board esecutivo dell’istituto di credito europeo, soprattutto in considerazione dei dissapori delle ultime settimane.

Notevole l’invito ai singoli stati a sostenere la propria potenziale ripresa economica: “In vista delle previsioni di un indebolimento economico e di rischi al ribasso, i governi con spazio di margine fiscale dovrebbero agire in maniera tempestiva ed effettiva”, ha dichiarato Mario Draghi durante la conferenza stampa.

Un discorso improntato sulla continuità

In realtà, l’indirizzo della politica finanziaria di Draghi era già chiaro - soprattutto da quando, a metà settembre, ha provocato notevoli dissapori all’interno dello stesso board esecutivo della Bce. Tassi negativi, quantitative easing e acquisto dei titoli sono i cavalli di battaglia con cui Draghi ha segnato la strada per Christine Lagarde (che comunque, secondo quanto dichiarato dal presidente uscente, “non avrà bisogno di consigli”). Ma simili misure di stimolo non sono piaciute a circa un terzo del comitato esecutivo.

Le rimostranze maggiori sono arrivate da Francia, Paesi Bassi e Germania: Sabine Lautenschaeger, il membro tedesco, ha infatti rassegnato le proprie dimissioni, proprio in occasione della riunione in cui era stata decisa la ripresa di misure di quantitative easing. I timori dei falchi vertono per lo più sul rischio a cui tali misure espongono i risparmi dei cittadini europei e il calo di redditività per il settore bancario.

Come hanno risposto i mercati?

Le parole di Draghi hanno fatto agitare i principali indici europei: il Dax registra un aumento dello 0,44%: comprensibilmente tra i risultati più modesti, considerando lo scetticismo di Berlino nei confronti della politica monetaria appena confermata. Ancora più in basso Parigi, che guadagna lo 0,27%. Meglio invece Londra (+0,85%) e Milano (+0,64%).

Queste informazioni sono state preparate da IG Markets Limited e IG Europe GmbH (di seguito "IG"). Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti e del riassunto trimestrale.

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