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Gli Stati Uniti provano a fare da mediatori tra i paesi arabi e il Qatar in modo da trovare una soluzione diplomatica alla crisi
La rottura tra paesi arabi (Egitto, Arabia Saudita, Yemen, Bahrein, Emirati Arabi Uniti) e Qatar ha destabilizzato completamente il Medio Oriente e sembra ancora troppo ampia per essere ricucita nel breve.
Gli Stati Uniti grazie all’intervento del segretario di Stato, Rex Tillerson, in visita nei paesi del Golfo, stanno cercando di porre rimedio a una delle peggiori crisi diplomatiche degli ultimi decenni.
Dopo la guerra in Yemen e in Siria le tensioni erano già elevate e le accuse dei paesi arabi al governo di Doha sono particolarmente pesanti (finanziare i gruppi estremisti jihadisti).
Anche se il principale problema per Doha è stato l’avvicinamento all’Iran principale nemico del re saudita Salman.
Il Qatar non è un grande produttore di petrolio (300 mila barili al giorno rispetto ai quasi 10 mln dell’Arabia Saudita) ma è tra i principali produttori di gas naturale e GPL (assieme a Stati Uniti, Russia, Canada e proprio Iran).
Al momento non ci sono stati particolari movimenti rialzisti sul mercato del gas anzi i vertici delle principali aziende qatariote di gas hanno avvertito della possibilità di un aumento della produzione del 30%.
Manteniamo le nostre aspettative ribassiste sul gas naturale con un target di medio periodo a 2,80 dollari.
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