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Il prezzo del metallo giallo è tornato ai livelli di fine giugno, superando quota 1.240 dollari l’oncia.
Cerca il riscatto l'oro dopo i cali collezionati a giugno. A penalizzare il metallo prezioso nelle ultime settimane sono stati i toni da falco assunti da diverse Banche centrali, che in modo quasi corale hanno spostato l'attenzione verso un prossimo rialzo dei tassi d'interesse. I recenti dati sotto le attese, soprattutto sul fronte inflazione, e le incertezze politiche che ruotano attorno a Trump stanno alimentando dubbi sull'effettiva capacità delle Banche centrali di procedere in tal senso.
Il recupero dell'oro è stato accentuato anche dal forte deprezzamento del biglietto verde dovuto alle incertezze sopra esposte. Continuiamo ad essere positivi sul metallo giallo per il resto dell'anno, con possibili target collocati sui massimi di giugno e poi verso i picchi dell'estate scorsa.
Graficamente, il balzo delle ultime due sedute ha riportato i prezzi sopra la trend line che ha fatto da supporto nei primi sei mesi dell'anno, violata solo a fine giugno. La prima resistenza è dettata dalla trend line ribassista che unice i massimi di agosto 2016 con quelli di aprile scorso, ora in transito a 1.270 dollari. Il vero ostacolo è a 1.295 dollari, livello testato ben due volte in questo 2017 (aprile e giugno). Oltre tale livello si spalancherebbero le porte per un raggiungimento almeno di 1.375 dollari, massimi assoluti del 2016.
Indicazioni ribassiste si avrebbero sotto 1.200 dollari, livello avvicinato la scorsa settimana. Questo configurerebbe i picchi a 1.295 dollari come un doppio massimo. Le vendite potrebbero accentuarsi, aprendo a un ritorno verso 1.120 dollari/oncia.
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