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Petrolio sosta pericolosamente vicino ai minimi da fine novembre

Il WTI sembra voler reagire dopo il test a 48 dollari.

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Fonte: Bloomberg

Tenta di difendersi il petrolio questa mattina, dopo il tonfo della scorsa settimana. Il WTI ha perso nell'ultima ottava oltre il 9%, registrando la peggior performance da fine novembre.

Al movimento del greggio ha contribuito principalmente il rinnovato timore sull’eccesso di offerta a livello globale. Negli Usa la produzione sembra salire incessantemente, con le trivellazioni che sono cresciute per l’ottava settimana consecutiva, raggiungendo quota 617 unità. Anche i dati sulla produzione vanno nella stessa direzione. In questo inizio d’anno, la produzione giornaliera statunitense è salita sopra le 9 milioni di unità al giorno e le scorte sono ai massimi storici. Il risultato è un eccesso di offerta stimabile intorno al 30%.

Neanche le stime migliorative sulla crescita globale e i buoni dati macro rilasciati in diverse aree geografiche sono in grado di assorbire tale eccesso di offerta.

Il rammarico è molto, soprattutto per l’Arabia Saudita, che attraverso il ministro del petrolio, Kahlid Al-Falih, ha ammesso che il taglio della produzione deciso lo scorso anno sta avendo effetti nefasti. L’eccesso di offerta a livello globale è tornato a salire per effetto della maggiore produzione Usa, che è stata favorita dai prezzi mediamente più alti del petrolio negli ultimi mesi.

Da qui le vendite della scorsa settimana, che hanno riportato i prezzi di Brent e WTI ai minimi proprio del 30 novembre scorso, giorno in cui l’Opec formalizzò il taglio alla produzione.

Cosa aspettarsi?

I prezzi stanno cercando di incorporare questo eccesso di offerta, ma per ora la situazione rimane tutto sommato sotto controllo. Il mercato potrebbe pensare che i Paesi Opec e non potrebbero cercare di arginare ulteriori discese di prezzo, decidendo di prolungare l’accordo in essere anche per il secondo semestre dell’anno. Anche se difficilmente vorranno favorire gli Usa.

Dal punto di vista grafico, il future sul WTI sta cercando di reagire dopo esser sceso temporaneamente sotto 48 dollari nella notte. La rottura del supporto di medio termine, a 51,60 dollari, la scorsa settimana ha portato a uno scivolone in direzione della trend line rialzista che passa ora poco sopra i 46 dollari. E' questo, a nostro avviso, il target naturale dove si potrebbero spingere le quotazioni.

Solo una discesa sotto tale riferimento potrebbe portare a una estensione dei cali verso 40 dollari, con passaggio intermedio a 43 dollari. Qui la discesa potrebbe temporaneamente arrestarsi prima di capire le intenzioni dell’Opec sul meeting di fine maggio.

Eventuali rimbalzi potrebbero puntare riportare le quotazioni verso i 51,60 dollari (precedente supporto). Solo sopra tale livello gli acquisti potrebbero intensificarsi riportando l’oro nero sui livelli di inizio anno. Questo scenario rimane abbastanza improbabile, a meno che il dollaro non continui a deprezzarsi e ci siano segnali di inversione di tendenza nella crescita delle scorte.

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Fonte: piattaforma IG

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