Prezzo petrolio: 7 fattori sotto analisi, tra Opec, Iran, Usa e Cina
Quotazione del petrolio in fase di ripresa. Tra guerra commerciale, rischi geopolitici, interventi delle forze militari ed equilibri di domanda ed offerta, quali sono le forze che muovono rialzi e ribassi del greggio?
Prezzo del petrolio in fase di ripresa, dopo la debolezza che ha colpito i prezzi della materia prima nella seconda metà di maggio. In un contesto di mercato problematico, tra revisioni a ribasso di crescita mondiale ed il riaccendersi delle tensioni commerciali, le quotazioni del crude hanno trovato parziale sostegno nelle parole del ministro saudita dell’energia Khalid al-Falih, secondo il quale l’Opec, Organizzazione mondiale dei principali produttori di petrolio, assieme coi suoi alleati, dovrebbe confermare l’attuale politica di taglio alla produzione col fine di bilanciare l’offerta globale, stabilizzando il livello dei prezzi. Il prossimo vertice Opec è in programma a Vienna il prossimo 25-26 giugno 2019.
Produzione petrolio: la posizione dell'Opec
Il greggio Wti è tornato a testare oggi il supporto in area 64 dollari al barile (col Brent al di sopra dei 73 dollari), perdendo poi parte dello slancio nel corso della mattinata. Secondo quanto dichiarato ieri da al-Falih, l’Arabia Saudita intenderebbe proseguire con una riduzione "delicata" delle scorte di greggio, sebbene il Paesi resti pronto ad intervenire nel caso il mercato dovesse mostrare delle difficoltà.
"Per questa seconda parte (dell’anno), intendiamo confermare la corrente gestione della produzione per mantenere sotto controllo le scorte, facendole calare in maniera moderata e graduale, per confluire verso livelli normali", ha dichiarato il ministro in una conferenza stampa.
Produzione petrolio: una Russia possibilista
Meno netta l’opinione del ministro russo dell'Energia, Alexander Novak, secondo il quale sul tavolo dell’Opec+ (dove il plus è rappresentato dalla Russia stessa) ci sarebbero diverse opzioni disponibili, tra cui l'aumento della produzione.
"Per quanto riguarda il nostro piano di azione congiunto per la seconda metà dell'anno” ha affermato, “siamo favorevoli a continuare la nostra cooperazione con i colleghi di altri Paesi. Tale collaborazione” ha però aggiunto Novak “potrebbe dipendere da varie dinamiche, tra cui come la situazione si evolverà e quali saranno le previsioni sull’equilibrio di domanda e di offerta sul mercato. Se si dovesse verificare una carenza di mercato, saremo pronti ad esaminare le opzioni legate ad un possibile aumento della produzione”.
Quotazione greggio: il rischio geopolitico
Tra i rischi cui il mercato del petrolio potrebbe andare incontro vi sono l’effetto delle sanzioni statunitensi ad Iran e Venezuela, nonché l’impatto legato all’inasprirsi delle tensioni geopolitiche che potrebbe causare, come nel caso della Libia, l’interruzione delle forniture. In Venezuela, inoltre, le disponibilità di carburante sono state messe sotto il controllo dei soldati, che sorvegliano il razionamento del petrolio a causa del peggioramento delle scorte.
Prezzo petrolio: forze a confronto
Se i tagli all’offerta guidati dall’Opec sono stati il fattore chiave alla base del rialzo del greggio del 40% a partire da inizio 2019, il rallentamento della crescita globale, i nuovi ostacoli sul fronte commerciale e l’impegno degli Stati Uniti a guadagnare quote di mercato hanno spinto le quotazioni dal lato opposto. A conti fatti, nel breve termine, le forze alla base dei movimenti del petrolio dovrebbero rimanere le stesse: i prezzi del greggio continueranno ad essere supportati da qualsiasi notizia che suggerisca che i tagli alla produzione proseguiranno fino a quando non sarà necessario invertire la rotta.
Una prima mossa in tale direzione l’ha già fatta Saudi Aramco, compagnia di bandiera saudita, che fornirà a Indian Oil Corp (anch’essa di proprietà statale) altri 2 milioni di barili di greggio al mese da luglio a Dicembrenel tentativo di aiutare Nuova Delhi a fronteggiare il venir meno dei rifornimenti da parte dell'Iran, dopo l’inaspirsi delle sanzioni statunitensi.
Quotazione greggio: Iran, Iraq e Medio Oriente
Tra le altre notizie in evidenza spunta il mancato accordo tra Iraq ed Exxon Mobil, ritenuto "molto vicino” dalla compagine irachena, ma sfumato a seguito della decisione del colosso americano di evacuare la zona di West Qurna. Alcuni money manager hanno inoltre tagliato la propria esposizione ai futures del petrolio, dopo il peggioramento delle tensioni in Iran e nel Medio Oriente, con gli attacchi alle centrali petrolifere saudite e alle navi cisterna al largo della costa degli Emirati Arabi Uniti. Intanto, il Kazakistan, il cui petrolio passa attraverso la Russia per essere caricato su petroliere nel porto del Mar Baltico di Ust-Luga, chiederà i danni dal monopolista russo, Transneft, circa la vicenda del greggio contaminato: lo scorso aprile l’export di petrolio dal Cremlino è stato interrotto dopo che sono stati rilevati alti livelli di cloruro organico nel gasdotto Druzhba.
Prezzo petrolio: BofA Merrill Lynbch non esclude i $90
Rialzista la view di BofA Merrill Lynch, secondo la quale l’entrata in vigore delle nuove regole sulle spedizioni via mare da parte dell’IMO, International Maritime Organization, potrebbero portare il prezzo del Brent a $90 al barile, risultato cui si arriverebbe più velocemente col riassorbirsi delle tensioni commerciali, con un dollaro più debole e con stime di crescita globale in miglioramento. "Le nuove regole sul carburante per le spedizioni da parte dell'IMO potrebbero comportare il più grande aumento della domanda di prodotti distillati” fattore che spingerebbe a rialzo l’intero settore dell’energia.
Quotazioni greggio: Cina al centro della scena
Infine, mentre gli Stati Uniti hanno tagliato a fine aprile il numero di piattaforme di scisto attive (portandolo al minimo dal marzo 2018) ed hanno confermato la propria posizione in attacco nella vicenda commerciale Washington-Pechino, la Cina ha previsto una seconda tranches di export di combustibile raffinato verso l'stero per il 2019, del 30% superiore rispetto al primo lotto. La nuova quota si attesterebbe a 23,79 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi, disponibili grazie all'apertura di una nuova raffineria di proprietà privata che aggiungerà nuovo carburante all’economia del Dragone.
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