Mercati in tensione dopo annuncio visita Pelosi a Taiwan, cresce tensione USA-Cina, rischi di scontri
La visita a Taiwan del presidente della Camera dei deputati Usa, Nancy Pelosi, ha portato ad un calo dei mercati, soprattutto asiatici, sulla scia dei rischi di aumento delle tensioni tra le due superpotenze.
L’annuncio dell’incontro del presidente della Camera, Nancy Pelosi, con il presidente della Repubblica di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha sconvolto i mercati europei e asiatici che sono in calo dopo i guadagni di ieri.
L’indice di Hong Kong, Hang Seng, ha perso un massimo del 3,2% - prima di recuperare parzialmente in chiusura - mentre il cinese CSI 300 segna un -2,8% seguito dal Taiex taiwanese e dal Topix giapponese che perdono rispettivamente l’1,6% e l’1,8%.
In Europa, invece, il FTSE 100 perde solo lo 0,5% mentre sul continente le perdite più pesanti sono quelle del FTSE MIB (-1,27%) e del DAX (-1,12%).
L’incontro, originariamente non programmato, fa parte di un più ampio viaggio - iniziato lunedì da Singapore - e che comprende visite anche in Malesia, Giappone e Corea del Sud. Pelosi - fortemente critica della Cina in particolare riguardo agli abusi sui diritti umani - sarà la prima portavoce statunitense in visita al paese dopo 25 anni.
La notizia ha portato i leader cinesi a reagire avvertendo che l’Esercito Popolare di Liberazione agirà di conseguenza avendo interpretato l’incontro come una provocazione. L’avvertimento arriva dopo mesi di continue prove di forza da ambo le parti con schiere di caccia bombardieri in volo al limite delle rispettive zone di influenza.
Una questione irrisolta
La Cina pretende il controllo territoriale dell’isola di Taiwan dalla fuga, nel 1949, del leader cinese Chang Kai-Shek sull’ex avamposto portoghese di Formosa (Taiwan). Da allora i leader cinesi hanno continuato a reclamare l’isola, nel frattempo cresciuta a preminente potenza economica, in particolare nel settore dei semiconduttori.
Tuttavia, la politica estera statunitense degli anni ’80 e ’90, volta a compattare politicamente l’Unione Sovietica e la Cina, ha creato notevoli imbarazzi al gigante asiatico riguardo ad una possibile invasione dell’isola.
Negli ultimi anni, tuttavia, le tensioni hanno raggiunto l’apice, con frequenti incursioni da parte delle forze aeree statunitensi e cinesi. Gli Stati Uniti, sorti a paladini della giustizia della piccola isola, vogliono evitare un eccessivo espansionismo cinese oltre alla perdita di un importante partner commerciale asiatico ed enclave del capitalismo occidentale in Asia.
Gli scenari
La situazione sembra dunque molto preoccupante viste le dichiarazioni dei leader cinesi a riguardo. Inoltre, alcune fonti fanno notare che i voli dall’aeroporto di Quanzhou, nella provincia di Fujian, la più vicina all’isola, sono stati cancellati o modificati così da permettere ampie manovre da parte dell’aeronautica militare cinese.
Nell’eventualità di una prova di forza cinese le forze statunitensi stanziate nei dintorni con le portaerei USS Ronald Reagan e USS Tripoli dispiegheranno sicuramente un quantitativo pari di velivoli con una possibilità elevata che si giunga ad uno scontro aereo.
Nel caso opposto, gli ammonimenti potrebbero invece risultare effimeri e risultare in nessun reale dispiegamento di forze militari.
In conclusione, la situazione rimarrà tesa e incerta almeno durante tutta la visita del portavoce Pelosi, con sostanziali effetti sui mercati azionari, che però dovrebbe limitarsi a qualche giorno.
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