Vendite sui tecnologici dopo dati su inflazione ben superiori alle attese

I dati sull’inflazione erano particolarmente attesi e hanno avuto un effetto immediato sui mercati. In aprile l’indice dei prezzi al consumo ha evidenziato una crescita del 4,2% su base annuale e dello 0,8% su base mensile. Ancora più sorprendente l’indice core ovvero l’indice meno volatile con l’esclusione dei prezzi degli energetici e degli alimentari che ha mostrato in aprile un aumento del 3% su base annuale e dello 0,9% su base mensile. L’incremento mensile è il maggiore dal 1982.

Ora la Federal Reserve dovrà attendere i dati sulla creazione di posti di lavori di maggio (4 giugno) e le prossime cifre sull’andamento dei prezzi al consumo (10 giugno) per valutare meglio se esistono i rischi di un surriscaldamento dell’economia. Una cosa certa è che le discussioni all’interno della commissione operativa della FED il FOMC, aumenteranno notevolmente. Le voci dei banchieri falchi torneranno a farsi sentire. Kaplan, George, Mester spingeranno Powell a prendere in considerazione il tapering ovvero la riduzione degli stimoli monetari. Il piano di quantitative easing della FED consiste al momento nell’acquisto di 120 miliardi di dollari in assets, 80 miliardi di dollari in Treasuries, 40 miliardi di dollari in Mortgage Backed Securities.

I membri piu’ falchi che abbiamo menzionato in precedenza per le regole di rotazione dei membri del FOMC non hanno, tuttavia, diritto di voto nel 2021. Possibile che il presidente della FED Jerome Powell possa insistere per un prolungamento della politica monetaria ultra-accomodante almeno fino a che gli obiettivi nel mondo del lavoro non siano raggiunti (crescita forte dei salari, tasso di disoccupazione vicino ai livelli pre-pandemici e forte incremento del tasso di partecipazione alla forza lavoro). Tuttavia, in caso di una inflazione superiore al 4/5% per un periodo prolungato di tempo, non ci sarà scelta neppure per i membri più dovish e la FED sarà costretta a cambiare rotta in politica monetaria.

Effetti sui mercati, vendite su tecnologici e treasuries

L’effetto sui mercati finanziari è stato immediato. Forti vendite sul mercato obbligazionario statunitense e forti ribassi per gli indici tecnologici. L’indice US Tech 100 evidenzia una flessione del 2% in seduta e un ribasso di quasi 5 punti percentuali da inizio settimana. I timori sulle pressioni inflazionistiche e sul possibile cambio di rotta in politica monetaria da parte della Federal Reserve diventano concreti.

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