Non-Farm Payrolls in forte aumento a 528k, disoccupazione in calo al 3,5%
Il dato sull’occupazione statunitense ha registrato un dato molto superiore alle attese indicando nuove strette all’orizzonte sui tassi di interesse.
I NFP hanno stupito le aspettative del consensus con una variazione mensile di 528mila occupati più del doppio delle previsioni ferme a 250mila. Il dato è maggiore anche rispetto al mese precedente dove i NFP avevano toccato il valore di 398mila.
Il risultato conferma però le dichiarazioni del governatore della FED Jerome Powell e della Segretaria del Tesoro Janet Yellen che alcune settimane fa avevano tranquillizzato i mercati riguardo alla tenuta di breve termine dell’economia statunitense.
Nonostante questo, la situazione è atipica con un mercato del lavoro forte anche se lo scorso dato sul PIL trimestrale aveva mostrato il secondo risultato negativo consecutivo portando dunque l’economia USA - formalmente - in recessione tecnica.
Infatti, gli Stati Uniti stanno affrontando un periodo di crescenti pressioni inflazionistiche che a giugno hanno toccato il picco di oltre 40 anni al +9,1%. Infatti, il surriscaldamento dell’economia e gli shock dal lato dell’offerta stanno creando un mix di cause che sta portando le pressioni inflazionistiche fuori controllo.
Di conseguenza la Federal Reserve ha iniziato, da marzo, ad introdurre un programma di rialzo dei tassi di interesse che al momento ha raggiunto il range del 2,25%-2,50%.
L’incremento di 75 punti base della scorsa riunione aveva rassicurato - in parte - le aspettative del mercato soprattutto dopo la dichiarazione di Powell che ha fatto intendere di una possibile rinormalizzazione della politica monetaria nel medio periodo sulla base dei futuri dati macroeconomici.
Nonostante ciò, il dato di oggi dimostra che - al contrario - l’economia statunitense è sempre più vicina alla piena occupazione e non accenna a rallentare visto inoltre che anche il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso al 3,5% dal 3,6% dei mesi precedenti.
La successione degli eventi sembra dunque seguire quella predetta da James Bullard, Presidente della Federal Reserve Bank di St. Louis, che ha dichiarato che ci saranno ulteriori rialzi dei tassi di interesse ma che l’economia statunitense non finirà in recessione.
Infatti, secondo Bullard: “La Federal Reserve sta cercando dei segnali chiari riguardo ad una discesa delle pressioni inflazionistiche, non solo un segno di flessione qua e là.”
A questo punto molti investitori stanno seguendo le indicazioni di Bullard e ormai si attendono ulteriori rialzi dei tassi di interesse nel medio termine fino ad un range di fine anno intorno al 3,75%-4%.
Gli effetti sui mercati
Alla pubblicazione del dato i mercati virano violentemente in negativo con Wall Street che perde oltre lo 0,5% mentre il NASDAQ scende dell’1%. Infatti, le aspettative di rialzo dei tassi di interesse sono cresciute e stanno preoccupando gli investitori che si aspettano una stretta troppo aggressiva da parte della FED.
Sul lato Forex, la coppia EUR/USD scende bruscamente dal livello di 1,0232 fino a quota 1,0154, un calo dello 0,8% in meno di un’ora. Il momentum ribassista è esacerbato dalle aspettative del consensus di un consistente rialzo dei tassi di interesse nel breve/medio periodo che porterà ad un ulteriore apprezzamento del biglietto verde.
Anche sul lato obbligazionario i titoli di stato USA mostrano un deciso calo del loro prezzo (e dunque un aumento del loro rendimento).
Le previsioni
Crediamo che una recessione negli Stati Uniti sia improbabile nel breve termine proprio a causa dei dati sull’occupazione molto incoraggianti. Le pressioni inflazionistiche potrebbero, invece, raggiungere il picco nei prossimi mesi grazie anche ad un parziale raffreddamento dei prezzi del petrolio.
Tuttavia, la FED continuerà, nelle prossime riunioni, a rialzare i tassi di interesse di almeno 75 punti base fino a quando non registrerà una decisa tendenza ribassista delle pressioni inflazionistiche.
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