Outlook 2023, quali prospettive per il settore tech?
Le politiche monetarie delle banche centrali continueranno a pesare sui titoli del comparto ancora nella prima metà del 2023. Un possibile rimbalzo sarà visibile solo dopo il raggiungimento del tasso neutrale sul costo del denaro.
Le cause del crollo
Il 2022 sarà un anno che rimarrà impresso nella memoria degli investitori a causa delle ingenti perdite subite dagli indici azionari, le peggiori dal 2008 anno della crisi finanziaria dei mutui subprime. Tuttavia, nel disastro di quest’anno, spicca il tracollo dei titoli tecnologici che fino ad ora avevano cavalcato il più lungo mercato toro portando ingenti guadagni a loro stessi e agli investitori.
Infatti, da gennaio, il NASDAQ - indice statunitense sbilanciato sui titoli tech - ha perso oltre il 35% del proprio valore mentre nello stesso periodo singole azioni come Amazon, Meta Platforms e Tesla sono in ribasso rispettivamente del -48%, -63% e -71%.
Insomma, il 2022 è stato un annus horribilis per il comparto tecnologico, indebolito dal rapido rialzo dei tassi di interesse da parte di Federal Reserve e BCE così come dal dollaro statunitense in continuo apprezzamento, fattore quest’ultimo che riduce sensibilmente i profitti delle imprese statunitensi sbilanciate verso l’estero.
Di conseguenza, le valutazioni dei giganti tecnologici - gonfiate nel biennio 2020-2021 a seguito di un eccesso di liquidità immessa durante il periodo della pandemia - sono scoppiate riportando le quotazioni sui minimi storici.
Cambio di rotta innescato dalle banche centrali
A questo punto la domanda che ci si pone è la seguente: nel 2023 ci sarà un rimbalzo dei tech?
Affinché questo accada, molto dipenderà dagli atteggiamenti delle banche centrali. L’eventuale raggiungimento, intorno a maggio-giugno 2023, del livello neutrale sui tassi di interesse, fattore che significherebbe un termine dei rialzi del costo del denaro e quindi una possibile riduzione, potrebbe innescare una serie di acquisti sulle azioni del comparto.
Proprio nel caso di un calo dei tassi di interesse, i titoli tecnologici saranno privilegiati in quanto il tasso di sconto utilizzato nei modelli di valutazione dei flussi di cassa futuri sarà minore e determinerà un valore finale più grande con un conseguente rialzo delle quotazioni.
Nonostante ciò, anche un forte rallentamento delle pressioni inflazionistiche contribuirà al cambiamento di prospettiva degli investitori verso questo settore.
Inoltre, il taglio dei costi fissi (soprattutto sul lato dell’organico aziendale), in risposta agli effetti dell’attuale rallentamento economico, beneficerà il risultato finale di un eventuale rimbalzo che potrebbe espandersi più delle aspettative del consensus grazie ai maggiori profitti.
Infine, le attuali quotazioni, ai minimi storici, potrebbero garantire un interessante punto di entrata per gli investitori con un orizzonte di investimento di medio-lungo termine e in attesa che lo scenario macroeconomico migliori.
In conclusione, secondo le nostre previsioni, i titoli che potrebbero risultare maggiormente beneficiati dal cambio di strategia delle banche centrali e da un calo sostenuto dell’inflazione saranno principalmente quelli quotati sull’azionario statunitense, tra cui privilegiamo Alphabet, Microsoft, Tesla e Amazon.
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