Preview trimestrale Tesla: focus sull’outlook per il prossimo trimestre

Le aspettative

Questa sera Tesla, la casa automobilistica pioniera nella commercializzazione di auto elettriche, presenterà i propri risultati relativi al terzo trimestre 2022.

L’inflazione record e un rallentamento della domanda in Cina a causa dei continui lockdown potrebbero pesare notevolmente sui risultati della casa di Austin.

Dall’ultimo report relativo al terzo trimestre 2022, i dati hanno mostrato che Tesla ha prodotto 22mila veicoli in più di quanti ne ha consegnati, accusando problemi legati all’aumento delle scorte e ai trasporti. La casa automobilistica ha infatti prodotto ben 365mila veicoli mentre le consegne totali sono state pari a 343mila.

La produzione è aumentata rispetto al secondo trimestre quando Tesla aveva prodotto circa 258mila vetture. Gli obiettivi di produzione potrebbero però non essere rispettati per l’anno in corso a causa della chiusura della Gigafactory di Shanghai nel mese di luglio, chiusa per la ripresa dei casi di Covid-19, riaperta solo ad agosto.

Le speranze rimangono quindi per un recupero nel quarto trimestre dove la casa si aspetta di produrre circa 500mila vetture tra Model 3 e Model Y (che contano per il 95% delle vetture vendute). Se gli obiettivi dovessero essere raggiunti, Tesla raggiungerebbe quindi l’obiettivo di una produzione totale per l’anno in corso di circa 1,59 milioni di vetture che la metterebbe sulla buona strada per raggiungere l’ambizioso target di 2,1 milioni di automobili prodotte per la fine del 2023.

Tuttavia, la casa ha già provveduto a controbilanciare parzialmente gli effetti di un eventuale calo della domanda aumentando i prezzi dei propri veicoli (anche a seguito dell’incremento delle quotazioni delle materie prime, fondamentali per la produzione delle batterie fornite dalla giapponese Panasonic).

A titolo di esempio, il prezzo medio negli Stati Uniti di una vettura Model 3 è cresciuto del 24% da gennaio 2021, creando l’opportunità per il produttore di auto di raggiungere un record di ricavi nel terzo trimestre appena conclusosi.

Gli investitori sono anche in attesa dell’annuncio di un possibile piano di riacquisto azionario che dovrebbe essere presentato all’inizio di questo mese. Le quotazioni del titolo sono state infatti depresse dal doppio effetto generato dal frazionamento azionario dello scorso 25 agosto e dal ribasso patito dai titoli tecnologici sulla scia di un generale rialzo dei tassi di interesse da parte delle banche centrali.

Il consensus si attende dunque ricavi per $21,96 miliardi - in crescita del 60% anno su anno - e utili per azione nell’ordine di $1.

I timori

Tuttavia, non mancano le perplessità date soprattutto dalle mosse del vulcanico fondatore Elon Musk. L’impasse di Musk sull’acquisizione di Twitter si sta protraendo ormai da quasi sei mesi con molte incognite che rimangono riguardo alle modalità di finanziamento dell’operazione.

Alcune fonti sostengono che Musk potrebbe dover vendere azioni per un controvalore totale di $3 miliardi così da poter raccogliere le risorse finanziarie necessarie a completare l’operazione da valore totale di ben $44 miliardi.

Non ultimo, aumentano anche le paure riguardo alla marcata competizione dei costruttori di auto elettriche intorno al mondo (Volkswagen, Daimler), che sta notevolmente ampliandosi in questi anni, ma in particolare in Cina - il mercato automobilistico più grande del mondo - e dove stanno sorgendo importanti attori del settore come BYD, NIO, XPeng e Geely.

Le previsioni

Come detto, il frazionamento azionario dello scorso agosto ha portato il titolo Tesla a quotare tra i $250 e i $300. Nonostante ciò, il ribasso dei corsi azionari a partire dalla metà del mese di agosto ha ulteriormente amplificato il calo tecnico del titolo.

Tuttavia, se i risultati del terzo trimestre dovessero battere le attese del consensus, ci potremmo aspettare un rialzo consistente delle quotazioni che potrebbero generare un break-out rialzista oltre la resistenza fissata a $241 e toccata l’ultima volta il 6 ottobre.

Al contrario, se le aspettative degli investitori in termini di produzione e risultati finanziari non dovessero essere confermate, il titolo potrebbe subire un calo fino a testare il supporto fissato a $205, già ceduto lo scorso 14 ottobre.

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