Prezzo del petrolio in leggero ribasso: cosa si prevede alla vigilia della riunione Opec+?
Il taglio dei tassi della Fed di ieri, ma anche le scorte Usa e la situazione in Libia: ecco cosa inciderà sull’incontro di domani e sul prezzo del greggio
Tra le immediate ripercussioni della crisi scatenata dell’epidemia di coronavirus, fin da subito la più eclatante è stata una drastica discesa del prezzo del petrolio. Lo stop alle attività in Cina ha infatti provocato un calo della domanda che preoccupa i principali paesi esportatori.
L’Opec, nella sua formazione allargata alla Russia e ai suoi alleati, aveva predisposto già da mesi una strategia per pilotare il prezzo del barile, tramite una serie di tagli alla produzione. D’altra parte, non tutti i membri dell’organizzazione sono d’accordo – Russia in primis.
Cosa si deciderà nella riunione dell’Opec di domani?
All’inizio di febbraio, un panel formato dagli esperti del Comitato Tecnico Congiunto in seno all’Opec ha avvertito i ministri dell’Energia dei paesi membri sulla necessità di un ulteriore taglio alla produzione giornaliera pari a 600 mila barili.
Ieri, lo stesso comitato ha suggerito altri tagli da un minimo di altri 600 mila barili alla cifra finale di un milione di barili. Tale suggerimento fa pensare a un probabile accordo tra Arabia Saudita e Russia, i due paesi agli estremi della decisione sui tagli.
Quali sono le richieste della Russia?
C’è infatti aria di sfida tra Arabia Saudita, forte sostenitrice dei tagli alla produzione, e Russia, da sempre la più riottosa del gruppo. Da una parte, oltre ai tagli da 1,7 milioni di barili decisi collettivamente da tutti i membri dell’Opec, Riad ha implementato ulteriori riduzioni fino a 2,1 milioni di barili in meno al giorno; dall’altra, Mosca aveva già dichiarato a dicembre di essere favorevole a un’eventuale estensione dei tagli (attualmente previsti fino alla fine di marzo, ma si valutava l’idea di proseguire fino alla metà del 2020), ma non a un’estensione degli stessi. Insieme alla Russia si è schierata anche la Libia, che nelle ultime settimane ha già sofferto un calo della produzione di un milione di barili al giorno a causa dell’offensiva del generale Khalifa Haftar in Tripolitania.
Putin ancora non rende nota la sua posizione ufficiale, eppure si sa che, per il presidente russo, il livello attuale è “adeguato”; d’altra parte, Putin ha assicurato l’intenzione di voler continuare a collaborare con l’Opec.
Già durante la riunione di febbraio, il ministro dell’Energia russo, Alexander Novak, aveva cercato di prendere tempo, dichiarando di voler attendere l’evolversi dell’epidemia e capirne l’andamento prima di proseguire con i tagli alla produzione di greggio.
Come sta andando il prezzo del petrolio?
A poche ore dall’inizio del vertice di Vienna, il prezzo del greggio sta subendo le ripercussioni di diverse variabili. Ha inciso soprattutto la decisione della Federal Reserve, presa ieri, di tagliare di mezzo punto percentuale i tassi di interesse - nel tentativo di rendere il sistema monetario più reattivo all’impatto del coronavirus sull’economia.
Sempre ieri sono state inoltre pubblicati i dati settimanali sulle scorte di petrolio degli Stati Uniti. L’American Petroleum Institute ha stimato riserve pari a 1,7 milioni di barili per la scorsa settimana, una cifra decisamente inferiore rispetto a quanto previsto (gli analisti si aspettavano circa 3,33 milioni di barili).
Al momento, il prezzo del petrolio viaggia in leggero ribasso, con il Wti a 47,10 dollari al barile e il Brent a 51,42 dollari al barile.
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