Quotazioni oro: nel 2022 la domanda è cresciuta al massimo dal 2011
L’anno scorso la richiesta per il metallo giallo è salita molto in particolare grazie agli acquisti delle banche centrali.
Il caso
Per tutto il 2022 la domanda aggregata di oro è aumentata ai massimi da oltre un decennio guidata dagli acquisti delle banche centrali. Nello specifico la richiesta del metallo giallo è cresciuta del +18% a 4.741 tonnellate, il livello maggiore dal 2011.
In particolare, la domanda da parte degli istituti monetari è stata la maggiore dal 1967. Il movimento da parte di queste ultime è stato accelerato nella seconda parte dell’anno dopo che gli Stati Uniti hanno congelato le riserve in dollari della banca centrale russa. Di conseguenza, gli acquisti del metallo giallo hanno supplito allo scopo di diversificare le riserve di valuta estera in pancia agli istituti monetari.
Tuttavia, l’interesse verso l’oro è stato accelerato anche dall’indebolimento del dollaro statunitense (dovuto alle aspettative di un calmieramento dei tassi della Fed) con una conseguente diminuzione del suo costo-opportunità. Tutto questo ha spinto gli investitori ad acquistare il metallo giallo sotto varie forme (fisicamente o tramite prodotti finanziari come gli ETC, Exchange Traded Commodity).
Nonostante il generale interesse verso il metallo giallo, considerato uno scudo contro l’inflazione e un bene rifugio nei momenti di incertezza, ciò che sorprende dai dati presentati dal World Gold Council sono proprio gli ingenti acquisti da parte delle banche centrali che solo negli ultimi tre mesi dell’anno hanno comprato ben 417 tonnellate di oro, 12 volte di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Tuttavia, i dati a riguardo non sono certi in quanto solo un quarto delle banche centrali intorno al mondo comunica apertamente e in modo trasparente con organizzazioni quali il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e il World Gold Council (WGC). Dalle statistiche ricevute da quest’ultimo, nel 2022 la banca centrale turca ha comprato circa 400 tonnellate seguita dalle 62 della Cina nei soli due mesi di novembre e dicembre.
Le previsioni
Il metallo giallo ha passato un 2022 altalenante dopo aver toccato un picco a $2.070 l’8 marzo scorso per poi ripiegare fino ai minimi di $1.616 lo scorso 3 novembre. Solo negli ultimi due mesi del 2022 le quotazioni sono tornate a salire vertiginosamente fino ai $1.916 odierni.
Oggi i prezzi sono in calo dello 0,4% ma il momentum rimane fortemente rialzista spinto dall’indebolimento del biglietto verde e dalle incertezze di carattere macroeconomico.
Da un punto di vista grafico una ripresa del trend al rialzo sarà evidenziata dal break-out oltre la soglia di $1.935, massimi testati più volte nel corso delle ultime sessioni, che confermerebbe la forza della tendenza di fondo e metterebbe le basi per una ulteriore ascesa in direzione della resistenza strategica di breve a $1.950, livelli toccati il 26 gennaio. Solamente una perentoria vittoria al di sopra del fondamentale livello di $1.950 creerebbe i presupposti per un allungo verso obiettivi ancora più ambiziosi situati a $1.998, top registrati il 18 aprile 2022.
Primi segnali di debolezza sotto il supporto in area $1.900 preludio a un possibile ribasso verso $1.868.
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