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Andamento oro in calo: ottimismo su ripresa fa scendere l’oncia

Le buone notizie sui vaccini e la speranza di un rimbalzo economico nel 2021 fanno tornare l’appetito al rischio degli investitori, che abbandonano le riserve auree. Oncia a poco più di 1.800 dollari

Oro Fonte: Bloomberg

Non bastano i dubbi sulle modalità dei test con cui AstraZeneca ha dichiarato il proprio vaccino efficace al 90%, né il numero in costante aumento di vittime e contagi da covid-19: gli investitori continuano a concentrarsi sulla luce in fondo al tunnel, foriera di una ripresa economica. Di riflesso, le quotazioni dell’oro si avviano a chiudere la terza settimana consecutiva in calo.

Andamento dell’oro in calo: cosa sta influendo sul prezzo del lingotto?

Dall’inizio dell’anno, il prezzo dell’oro è aumentato di oltre il 19%. All’inizio di agosto ha raggiunto il picco del 37%, quando le quotazioni avevano superato quota 2.075 dollari l’oncia, salvo poi tornare a scendere gradualmente al susseguirsi delle notizie sulle misure delle banche centrali per contrastare la pandemia di covid-19.

A guidare il prezzo dell’oro dal secondo trimestre del 2020 sono state infatti proprio le banche centrali. Dall’inizio dell’anno, la Banca centrale europea ha implementato un massiccio programma di acquisto asset da 750 miliardi di euro complessivi, che da giugno sono diventati 1.350 miliardi da dispiegare entro la metà di giugno 2021. Negli Usa la Federal Reserve ha implementato misure altrettanto mastodontiche: 120 miliardi al mese in acquisto di Treasuries e altri asset garantiti.

Misure che, come avvertono gli stessi governatori delle banche centrali, aumentano il rischio di inflazione e, dunque, allertano gli investitori. La soluzione: ripiegare sul bene rifugio per eccellenza, l’oro, per proteggersi dal rischio.

Ora però le novità sui vaccini e la prospettiva di progressivi allentamenti delle restrizioni fanno ben sperare in una ripresa economica – se non dal periodo natalizio, di cui si tenta comunque di salvare i consumi, probabilmente già a partire dal primo trimestre del 2021.

Torna il sentimento di risk on sui mercati, che nell’ultima settimana ha portato il prezzo dell’oro a oscillare tra i 1.800 e i 1.811 dollari l’oncia – al momento le quotazioni sull’oro segnano 1.806 dollari/oz.

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Un occhio al dollaro

Allo stesso tempo, attenzione all’andamento del dollaro, cui l’oro è tradizionalmente correlato. Nelle ultime ore proprio lo stesso sentimento di appetito al rischio, in previsione di una ripresa economica nel 2021, ha provocato un calo del biglietto verde, con il dollar index sceso a 91.90 – sui minimi dall’inizio di settembre.

D’altra parte, sull’andamento del dollaro nelle ultime ore pesa soprattutto il volume ridotto degli scambi su Wall Street, rimasta chiusa ieri per il Ringraziamento e attiva oggi a mezza giornata, che spiega il calo (al momento dello 0,03%) della divisa americana rispetto al paniere di valute principali.

I prossimi appuntamenti rilevanti per l'andamento dell'oro

La stretta connessione tra l’andamento dell’oro e quello dell’inflazione fa aumentare l’attenzione in vista della prossima riunione della Banca centrale europea, il 10 dicembre.

Che la Bce intenda “ricalibrare gli strumenti di politica monetaria”, “senza "impegnarsi preventivamente in azioni politiche specifiche”, è noto dall’ultima riunione, quella del 28 e 29 ottobre scorsi, di fatto un meeting preparatorio e di attesa e osservazione in vista di un nuovo, presumibilmente massiccio intervento: i verbali della riunione sono stati pubblicati appena ieri.

Entro il 10 dicembre saranno infatti disponibili le previsioni economiche aggiornate sull’impatto della seconda ondata di covid-19 nell’Eurozona. La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha precisato che gli strumenti di cui Francoforte si servirà per ricalibrare la portata delle operazioni monetarie saranno sia il Pepp (Pandemic Emergency Purchase Programme) sia i finanziamenti agevolati alle banche (Tltro, Targeted longer-term refinancing operations).

Nuove misure di allentamento quantitativo in arrivo, dunque, in grado di premere sull’inflazione della zona euro (l’ultimo dato, al 18 novembre, vede l’indice dei prezzi al consumo di ottobre in calo dello 0,3% su base annuale ma a +0,2% rispetto al mese precedente) con le eventuali conseguenze del caso sul prezzo dell’oro.

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