Riuscirà la Bank of England a frenare il crollo del cable?
Domani la Bank of England dovrà decidere sull’intensità del rialzo dei tassi di interesse. La decisione della BoE sarà sotto i riflettori a causa delle difficoltà economiche del Regno Unito e dell’andamento della sterlina.
Le possibili decisioni della BoE
La morte inaspettata della regina Elisabetta II ha ritardato di una settimana la riunione dell’MPC (Monetary Policy Committee) che sarà quindi tenuta domani a metà della seduta di Borsa.
Il consensus stima un aumento da 50 punti base anche se l’effettiva intensità del rialzo del tasso di riferimento (che per la BoE è il tasso REPO) è ancora fonte di dibattito. A complicare la situazione rispetto alla scorsa riunione dei primi di agosto, vi è la nuova Premier Liz Truss che ha in programma un piano di calmieramento delle bollette che fissa un tetto a circa £2500, per un esborso totale da parte del governo di ben £150 miliardi.
Il piano porterà l’inflazione a scendere nel breve termine anche se questa continuerà a rimanere elevata nel medio periodo.
Di conseguenza, i trader stanno scommettendo su un rialzo molto aggressivo da parte della BoE che segue l’aumento della scorsa riunione di 50 punti base, il più ampio da 27 anni, e che ha portato i tassi fino al livello dell’1,75%. Infatti, alcuni credono che la BoE sia pressata su più fronti per un aumento da 75 punti base che porterebbe il tasso REPO fino al livello del 2,50%.
A supporto di ciò vi è anche una questione di reputazione. Infatti, un eventuale aumento dei tassi di minore entità lascerebbe la banca centrale inglese dietro a tutte le sue controparti (in termini di livello dei tassi). Infatti, la BCE ha aumentato i tassi di interesse di 75 punti base e la FED, molto probabilmente, seguirà la stessa direzione nella decisione di questa sera.
Il rischio di una scelta sui tassi di interesse troppo accomodante è che il mercato affossi la sterlina inglese che venerdì scorso ha già toccato un minimo di 37 anni contro il dollaro a 1,1350, alimentando ulteriormente le pressioni inflazionistiche.
Questo potrebbe dunque indurre la BoE a mantenere una certa aggressività nonostante i fondamentali macroeconomici britannici mostrino una particolare debolezza.
Alcune indiscrezioni mostrano tuttavia come la maggioranza dei membri dell’MPC sia favorevole ad un aumento da 50 punti base mentre solo un membro, Silvana Tenreyro, ha preso una linea più accomodante e propone un aumento da “soli” 25 punti base.
Inoltre, sarà interessante capire se la Bank of England continuerà a proporre il suo piano di quantitative tightening che potrebbe mettere ulteriore pressione ai rendimenti dei titoli di stato britannici.
Andamento GBP
La sterlina sta ormai patendo da circa un mese il mix di effetti generati dall’inflazione galoppante (+9,9% a/a nel mese di agosto), da un dollaro molto forte e da un deterioramento dei fondamentali macroeconomici nel Regno Unito. Il cambio GBP/USD si è dunque ormai stabilmente portato sui minimi da 37 anni a 1,1344.
In particolare, la causa principale rimane il super-dollaro, guidato dalle manovre di politica monetaria della Federal Reserve, che non accenna a diminuire il suo rafforzamento, previsto in ulteriore accelerazione verso la fine dell’anno in corso.
Riguardo all’outlook sulla sterlina, molto potrebbe dipendere dalle decisioni di domani della BoE. Infatti, un aumento da 75 punti base, allineerebbe l’aggressività della banca centrale britannica con quella delle sue controparti statunitense ed europea. Questo potrebbe spingere il cambio GBP/USD oltre la prima resistenza di breve periodo fissata a 1,14, ulteriori allunghi solo dopo il target strategico di 1,1462.
Al contrario, un atteggiamento più da “colomba” da parte della banca centrale britannica porterebbe al cedimento dei supporti a 1,13, verso obiettivi short ipotizzabili a 1,1150.
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