Scommessa contro il debito pubblico italiano, la più grande dal 2008
Numerosi fondi speculativi hanno ammassato posizioni corte sui titoli del debito pubblico italiano scommettendo su un rialzo dello spread sulla scia dell’incertezza politica ed economica del Belpaese.
I fondi speculativi, o hedge funds, strumenti alternativi di investimento offerti agli investitori istituzionali, hanno ammassato vendite allo scoperto contro i titoli di stato italiani per un ammontare pari a €39 miliardi, la cifra maggiore dal 2008.
Gli operatori finanziari stanno dunque scommettendo al ribasso sul debito pubblico ingolositi dalle difficoltà economiche legate alla crisi energetica e al caos politico successivo alle dimissioni in luglio del Premier Mario Draghi.
Generalmente, gli hedge funds cercano di speculare su un orizzonte di breve/medio periodo e ora un gran numero dei maggiori gestori europei ed internazionali crede che lo spread BTP-Bund aumenterà notevolmente (attualmente a 226) e dunque che il prezzo delle obbligazioni scenderà.
L’operazione è però molto rischiosa in quanto un eventuale intervento da parte della Banca Centrale Europea per stabilizzare una crescita eccessiva dello spread (attraverso il nuovo scudo anti-spread denominato Tpi) potrebbe mandare in fumo i lucrosi profitti dei fondi.
Tuttavia, gli hedge funds inseriti nell’operazione - specializzati nella valutazione di strategie denominate Global Macro - ritengono che attualmente l’Italia sia un bersaglio ottimale per la loro speculazione.
I rischi dell’Italia
Il Belpaese è dunque ritenuto, dagli operatori internazionali, uno dei paesi europei più a rischio a livello economico-politico. Recentemente, anche il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che, nell’eventualità di un embargo russo sul gas, l’Italia sarebbe tra i paesi più colpiti con una stima di un calo del PIL nell’ordine del 5%.
L’Italia viene anche considerata tra i paesi più vulnerabili a causa della sospensione del piano di stimoli promossi dall’Unione Europea e dal programma di rialzo dei tassi di interesse intrapreso dalla Banca Centrale Europea.
Non ultimo, la credibilità politica della Penisola è stata messa in discussione soprattutto dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi che ha lasciato Palazzo Chigi a causa di divergenze con le altre forze politiche.
L’aumento dello spread
Nelle ultime settimane la pressione sui titoli di stato italiani si è fatta sentire con il rendimento del decennale che è salito fino al 3,7%, portando lo spread BTP-Bund (barometro per la misura del rischio-paese) fino alla soglia dei 230 punti base contro i 132 dell’inizio dell’anno.
L’Italia resta dunque un osservata speciale da parte degli speculatori internazionali, pronti ad approfittare di ogni minimo segnale di debolezza dato da un eventuale deterioramento della situazione politico-economica italiana.
Se ciò accadesse, potrebbe fomentare un panico sul mercato obbligazionario e allargare ulteriormente i differenziali di rendimento dei titoli di stato italiani fino ad un range compreso tra i 250 e i 280 punti base.
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