Stati Uniti pensano di ridurre dazi su import Cina
Biden vuole ridurre le tariffe sulle importazioni di beni cinesi per ridurre gli effetti sull’inflazione, ai massimi da più di 40 anni.
Il presidente statunitense Joe Biden, assistito dal segretario del tesoro Janet Yellen, avrebbe intenzione di ridurre le tariffe sulle importazioni di beni cinesi così da stemperare la crescita delle pressioni inflazionistiche statunitensi che a giugno hanno raggiunto l’8,6% anno su anno.
Le misure protezionistiche di Trump
Nel 2019 il presidente Donald Trump aveva imposto dazi maggiori del 10% ad alcune categorie di beni cinesi (circa $300 miliardi di valore aggregato) importati negli Stati Uniti.
Questa mossa era stata attuata all’interno di un clima di crescenti tensioni politiche tra USA e Cina che culminò con una vera e propria guerra commerciale (infatti, in risposta alle misure americane, la Cina vietò tutte le importazioni agricole statunitensi).
Trump aveva accusato la Cina di aver fatto dumping (la pratica di vendere prodotti sul mercato internazionale a prezzi inferiori rispetto a quelli del proprio paese) così da mettere fuori mercato le aziende statunitensi.
Di conseguenza le intenzioni del Presidente USA erano quelle di aumentare i prezzi dei prodotti di provenienza cinese così da scoraggiarne l’acquisto all’interno degli Stati Uniti. Nonostante l’intento fosse giustificato (aumentare la competitività delle imprese americane) la manovra si concluse infine con un aumento dei prezzi di alcune categorie di beni che - in ultimo - si riversò sui cittadini americani.
Anche la mediazione tra le parti interessate intorno al tavolo del WTO (World Trade Organization) fu un completo insuccesso (a causa delle macchinose procedure burocratiche) che spinse il Presidente Trump ad agire in modo unilaterale.
Il cambio di rotta di Biden
Ora, tre anni dopo quelle manovre di politica economica, il mondo è completamente cambiato. La pandemia di Covid-19 ha sconvolto le catene di approvvigionamento causando uno shock dal lato dell’offerta mentre le tensioni geopolitiche in Ucraina hanno ulteriormente accelerato il rincaro delle materie prime spingendo l’inflazione ai massimi da oltre 40 anni.
A questo proposito il Presidente Biden ha ipotizzato un piano di riduzione dei dazi alle importazioni di beni cinesi, imposti dal suo predecessore, così da calmierare, in parte, la spinta delle pressioni inflazionistiche.
La manovra avrebbe però un duplice effetto ovvero quello - diretto - di abbassare leggermente l’inflazione domestica e quello - indiretto - di normalizzare i rapporti diplomatici con la Cina.
Nonostante ciò, bisogna ricordare che una componente importante dell’inflazione statunitense deriva dal rincaro delle materie prime (petrolio e gas naturale in primis) e dunque quest’azione non avrà alcun effetto nel ridurre quella componente di crescita dei prezzi.
Gli effetti di lungo periodo
Tuttavia, se la manovra del Presidente Biden dovesse attuarsi avrà sicuramente un effetto nel contenere la crescita dell’indice dei prezzi al consumo americano (che è in parte dettata anche da un mercato del lavoro molto forte).
Questi effetti dovrebbero dunque sommarsi anche al programma di rialzi dei tassi di interesse della Federal Reserve, attuato ormai da marzo, che combinati potrebbero avere un ruolo importante nel frenare le pressioni inflazionistiche.
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