Trimestrale Google: il calo della crescita e dei ricavi continuerà anche nel terzo trimestre

Cosa aspettarsi

Domani Alphabet (Google) presenterà i suoi risultati finanziari relativi al terzo trimestre 2022. In attesa dei dati ufficiali, gli investitori si attendono un calo sia dei ricavi sia degli utili per azione a causa del taglio delle pubblicità degli inserzionisti dovuto al generale rallentamento della crescita economica a livello globale.

Infatti, con molta probabilità, si ripresenteranno i dati deludenti pubblicati anche nello scorso trimestre. Nel dettaglio, le stime del consensus si aspettano che i ricavi per il periodo considerato raggiungano i $70,67 miliardi mentre gli EPS dovrebbero toccare gli $1,26.

Le principali fonti di preoccupazione per Google derivano dal contesto macroeconomico dove un rallentamento della spesa per le inserzioni pubblicitarie sulle sue piattaforme - fonte principale di ricavi da parte della società - sta mettendo a dura prova la tenuta del titolo quotato sul NASDAQ.

Per porre un rimedio a tutto ciò, l’amministratore delegato di Alphabet, Sundar Pichai, ha annunciato di aver chiuso alcune divisioni sottoperformanti, diminuito gli investimenti in attività non indispensabili e di aver rallentato il rateo delle assunzioni.

Nonostante ciò, parte del calo dei ricavi registrati nel corso di quest’anno è stato generato da fattori esogeni alla gestione della società. Tra questi i più impattanti sono stati la forza straordinaria del dollaro (che aumenta il costo di prodotti e servizi per chi li acquista con altre valute) e la politica monetaria restrittive della stessa Federal Reserve che ha portato i tassi di interesse nel range compreso tra il 3% e il 3,25%.

Infatti, l’aumento dei tassi di interesse ha il doppio effetto di aumentare i già elevati costi di finanziamento di Google (altamente indebitata per finanziare i suoi costosi investimenti) oltre ad affossare la sua stessa valutazione, in quanto aumenta il valore da scontare e quindi diminuisce quello finale ottenuto dai calcoli del modello DCF (Discounted Cash Flow), un metodo di valutazione aziendale tra i più utilizzati dagli investitori.

Ecco quindi spiegata, in parte, la marcata correlazione negativa tra gli elevati tassi di interesse e le performance azionarie deludenti da parte di Google ma anche degli altri Big Tech. Da inizio anno l’indice tecnologico NASDAQ è in calo del 31%.

Infatti, il mercato guarderà attentamente anche ai risultati trimestrali delle altre principali aziende componenti il settore tecnologico statunitense (Microsoft, Meta, Amazon, Apple) che vengono in parte utilizzate come “termometro economico” per valutare la spesa dei consumatori e delle aziende e quindi lo stato di salute della domanda dei consumatori nell’economia.

Le previsioni su Alphabet

Il titolo ha sofferto molto quest’anno anche a causa del frazionamento azionario con rapporto di 20:1, attuato a luglio, che ha ulteriormente affossato le quotazioni. Tuttavia, queste sono ora diventate estremamente attraenti per gli investitori che intendono adottare una strategia di investimento Buy & Hold.

Il titolo Alphabet quota attualmente a $101 con una performance a un mese di circa l’8% e dopo aver superato persino il bottom del 26 luglio fissato a $104. Nonostante questo, crediamo che il titolo possa offrire opportunità di profitto sia nel breve che nel medio/lungo termine. Nel primo caso pensiamo che la volatilità indotta dai risultati potrebbe offrire un utile opportunità per guadagnare sia al ribasso che al rialzo.

Nel secondo, invece, pensiamo che acquistare adesso le azioni del gigante di Mountain View possa regalare grandi rendimenti se queste venissero tenute con un orizzonte temporale medio-lungo approfittando quindi sia della straordinaria posizione dominante della società sul mercato ma anche dalla probabile rinormalizzazione dello scenario macroeconomico nel 2023.

Per questo motivo, abbiamo identificato un potenziale al rialzo fino alla resistenza di $111,71, raggiunta lo scorso 13 settembre. Superata questa, il titolo potrebbe salire ancora e toccare la successiva soglia dei $116,67.

Per quanto riguarda la visione opposta, le azioni potrebbero scendere fino agli obiettivi short di breve fissati al supporto di $96,98 e testato lo scorso 20 ottobre. Ulteriori ribassi solo dopo il cedimento del supporto dei $93,89, minimo del 13 ottobre.

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