Trimestrali Usa in arrivo, indici di Borsa globali cauti
Azionari europei in rosso, in attesa dei conti del terzo trimestre in arrivo dagli Usa. Sul Ftse Mib banche sotto stress, azioni Unicredit -1,88%. EUR/USD in calo a 1,178
- Alle 10:39 il Dax perde lo 0,33%, il Cac40 lo 0,40% e il Ftse Mib lo 0,29%
- Male anche le quotazioni sul Ftse Mib, oggi -0,4% trainate al ribasso da banche e settore petrolifero
- EUR/USD a 1,178, Trump torna a fare campagna presidenziale. Oggi focus su titoli tech, con Prime Day mazon e nuovo Iphone Apple
Avvio di sessione in rosso per gli azionari europei, che guardano con cautela all’aumento dei casi di covid-19 mentre negli Stati Uniti l’azienda farmaceutica Johnson&Johnson ha interrotto la sperimentazione di un vaccino dopo che un partecipante ha riportato effetti collaterali.
Oggi gli occhi dei mercati saranno puntati sui dati macro in arrivo dall’Europa, sul World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, che si riunisce in questa settimana, e sulle prime trimestrali Usa – oggi è la volta di JP Morga, Citigroup e BlackRock, ma anche Delta Airlines e la stessa Johnson&Johnson.
Come hanno aperto gli indici di Borsa europei?
I futures contrastati si sono tradotti in un’apertura al ribasso per gli azionari del Vecchio Continente: a mezz’ora dall’apertura il Dax perde lo 0,51%, il Cac40 lo 0,58%, il Ftse 100 scende dello 0,48% e Madrid lo 0,42%.
In arrivo oggi i dati dell’istituto Zew sul sentiment dell’economia tedesca di ottobre, oltre che sulla fiducia nella ripresa dell’Eurozona. In calo invece le richieste di disoccupazione nel Regno Unito, che scendono dalle 73 mila di agosto a 28 mila unità, mentre a livello trimestrale si conferma la perdita di 153 mila posti di lavoro (nel secondo trimestre erano state solo 12 mila).
Come si stanno muovendo le quotazioni sul Ftse Mib?
In calo anche Piazza Affari, dove il Ftse Mib perde lo 0,67% e scende a 19.586 punti, nel giorno dell’asta dei Btp dopo che, ieri, il rendimento sul mercato secondario dei titoli decennali ha toccato il minimo storico e lo spread è sceso a 120 punti base.
Ancora sotto stress il settore delle banche, mentre la Commissione Europea starebbe cercando una soluzione al problema (condiviso a livello europeo) dei crediti in sofferenza. Secondo indiscrezioni della Stampa, piuttosto che una bad bank europea, Bruxelles starebbe vagliando l’ipotesi di una rete di bad bank nazionali interconnesse tra loro, così da gestire crediti deteriorati in presenza di un soistegno pubblico.
È così che intanto a quasi un’ora dall’apertura Banco Bpm segna un calo del 3,11%, Bper perde il 2,9%, le azioni Intesa Sanpaolo lasciano sul terreno lo 0,53% e le quotazioni Unicredit l’1,47%, nel giorno in cui il Sole 24 Ore riporta che l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier potrebbe portare il progetto di scissione delle attività estere del gruppo in Cda entro la fine dell'anno, anche se non c'è ancora consenso unanime del board.
In lieve sofferenza anche i titoli petroliferi: le azioni Eni perdono lo 0,48% e le Saipem l’1,32%, a causa del calo del prezzo del petrolio delle ultime ore.
Bene invece gli industriali, con Buzzi che prosegue sui rialzi di ieri e avanza dell’1,2% dopo indiscrezioni secondo cui la proposta di conversione di ieri delle azioni di risparmio sarebbe propedeutica a un'acquisizione – Repubblica fa il nome della spagnola Cementos Molins tra i possibili investitori.
Come si prospetta la giornata su Wall Street?
Mentre il presidente in carica e candidato al secondo mandato Donald Trump torna a fare campagna elettorale in presenza (ieri è comparso a un rally a Sanford, in Florida, a due settimane da quando i medici gli hanno diagnosticato un’infezione da covid-19, che negli Usa ha provocato oltre 217 mila vittime), gli indici di Borsa Usa attendono il World Economic Outlook del Fondo Monetario internazionale, che si è riunito in settimana.
Intanto i futures Usa virano in negativo: i contratti sul Nasdaq vengono scambiati in calo dello 0,33% (in attesa, oggi, di forti movimenti sul settore tech, con Prime Day di Amazon e la presentazione del nuovo iPhone Apple), quelli sull’S&P 500 perdono lo 0,52% e quelli sul Dow Jones lo 0,50%. Gli investitori, con un orecchio sempre drizzato verso l’andamento della campagna presidenziale Usa (al momento il democratico Joe Biden è in vantaggio con il 52%), con l’altro oggi attendono i primi risultati trimestrali, in attesa di una contrazione minore rispetto alle perdite del secondo trimestre 2020.
Sul fronte valutario il dollaro torna ai massimi della scorsa settimana, con il cambio EUR/USD a 1,1784: il biglietto vede torna a rafforzarsi sulla scia del percorso sempre più accidentato del pacchetto di aiuti fiscali Usa.
In rialzo il cross EUR/GBP, a 0,9046, mentre il cambio USD/JPY (大口) nelle ultime ore è balzato dello 0,15% a 105,491.
Prezzo del petrolio di nuovo in calo, spinto al ribasso da una combo di fattori che hanno portato a un aumento delle scorte – il ritorno alla produzione a pieno regime nei siti di estrazione petroliferi in Libia, la conclusione degli scioperi sulle piattaforme norvegesi e il ritorno in funzione dei siti Usa dopo il rientro dell’allarme dell’uragano Delta.
Al momento il Wti viene scambiato per 39,70 dollari al barile mentre il Brent viaggia sui 41,99 dollari.
Come si è chiusa la giornata sui mercati asiatici?
L’ottimismo sulla ripresa economica dell’inizio della settimana aiuta le Borse cinesi a chiudere in rialzo, nonostante dati macro di oggi sulla bilancia commerciale abbiano fotografato un disavanzo tra import ed export cinese pari a circa 37 miliardi di dollari, sebbene l’export in rialzo del 9,9% sia stato comunque apprezzato dagli investitori cinesi (il target per il 2020 è programmato a un aumento del 10%).
È così che la Borsa di Shanghai chiude leggermente al di sopra della parità, a +0,04%, Shenzhen avanza in chiusura dello 0,66% e il China A50 guadagna lo 0,21%.
I dati macro in arrivo dalla Cina e il buon andamento del comparto tecnologico ha portato a una chiusura in rialzo anche il Giappone, dove la Borsa di Tokyo è avanzata dello 0,18%.
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