Usa, oltre 1,5 milioni di richieste di disoccupazione. Dow Jones in ribasso dopo previsioni Fed
Il numero di persone che in una settimana ha fatto domanda per un sussidio statale resta a livelli record, ma si conferma in calo per la decima settimana consecutiva. In rosso gli indici di Wall Street, Dow Jones -4%
Continua a scendere il numero delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, che nella settimana conclusasi lo scorso 5 giugno hanno raggiunto 1,542 milioni: per la prima volta il totale si rivela migliore delle previsioni degli analisti (gli intervistati al Dow Jones avevano previsto circa 1,6 milioni, quelli ascoltati da Reuters ne contavano 1,55). Secondo gli economisti, entro l’inizio di luglio si potrà arrivare a meno di un milione a settimana.
Si registrano 355 mila unità in meno rispetto al dato precedente, rivisto comunque al rialzo – da 1,877 a 1,879 unità, uno scarto di 20 mila richieste -, ma i numeri pre-crisi sono ancora lontani: le richieste di sussidi pervenute nell’ultima settimana sono ancora quasi il doppio dei posti di lavoro persi durante la Grande Depressione seguita alla crisi economico-finanziaria del 2008.
Rileva anche il numero delle richieste cosiddette continue, ovvero quello di chi percepisce sussidi di disoccupazione da più di una settimana. Al 5 giugno ne sono state calcolate ancora 20,93 milioni, quasi 100 mila in più rispetto alle previsioni, ma si osserva comunque un trend in ribasso (il dato precedente aveva rivelato 21,28 milioni di persone rimaste senza lavoro).
Come è distribuito il dato?
Il maggior numero di richieste di sussidi è arrivato dalla California, che ha contato 29.426 richieste di sussidi in più rispetto alla settimana precedente, mentre migliora la situazione in Florida (97.187 domande in meno).
La situazione occupazionale statunitense sembra dunque lanciare segnali di rilancio. Venerdì scorso il Bureau of Labor Statistics ha rilasciato il dato mensile sui nonfarm payrolls, ovvero il numero di puste paga nel settore non agricolo corrisposte durante il mese di maggio: a fronte di un crollo previsto di quasi otto milioni di posti di lavoro, il risultato del tutto inaspettato ha visto gli impieghi salire di circa 2,5 milioni, facendo scendere il tasso di disoccupazione dal record di aprile (14,7%) al 13,3%.
D’altra parte, si tratta di dati per lo più orientativi. Proprio a proposito dei nonfarm payrolls è stato preso per buono il dato ufficiale, come di prassi, nonostante siano state rilevate delle incongruenze nel criterio di classificazione degli intervistati (con chi era temporaneamente senza lavoro a causa del Covid-19 segnato tra le file dei disoccupati, tranne a maggio, quando i criteri sono stati rivisti: “il tasso di disoccupazione ufficiale avrebbe altrimenti potuto essere più alto di almeno tre punti percentuali”, ha comunicato lo stesso Bureau).
Allo stesso modo, anche nel caso delle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione restano i dubbi sull’ampiezza effettiva dei posti di lavoro andati persi a causa del lockdown. Si calcola che 705.676 persone abbiano infatti inoltrato richiesta di sussidi sotto il Pandemic Unemployment Assistance Program, il programma governativo studiato apposta per i liberi professionisti e i lavoratori indipendenti che si sono ritrovati senza lavoro a causa del Covid-19; in totale, i disoccupati sotto tale programma sarebbero circa dieci milioni.
Come hanno reagito gli indici Usa?
La giornata su Wall Street oggi è governata soprattutto dalle decisioni di ieri sera della Federal Reserve. La Banca centrale Usa ha lasciato i tassi di interesse invariati, fermi tra lo zero e lo 0,25% (i mercati non si aspettavano mosse diverse); ma l’effetto ribassista è stato dovuto soprattutto alle previsioni economiche, secondo cui il Pil statunitense nel 2020 è destinato a crollare del 6,5% - salvo poi rimbalzare, nel 2021, del 5%. Non solo: la Fed si è anche espressa a proposito della situazione occupazionale, annunciando di essere pronta a dispiegare tutti gli strumenti di supporto necessari laddove le aspettative sono di un tasso di disoccupazione al 9,3% ancora alla fine dell’anno.
Il futuro prospettato dalla Fed non ha aiutato gli indici di Wall Street. Dopo un’apertura in ribasso, gli indici continuano a viaggiare al di sotto della parità: il Dow Jones perde il 4,05% e scende a 25.198 punti, l’S&P500 lascia sul terreno il 3,44% e resta poco al di sopra della soglia psicologica dei 3 mila punti; in ribasso anche il Nasdaq, che pure ieri aveva toccato un nuovo massimo storico a oltre 10 mila punti – al momento il listino delle aziende tech perde il 2,45%, a 9.774 punti.
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