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Volkswagen, IPO Porsche entro un mese alla Borsa di Francoforte

La casa costruttrice di Stoccarda prevede di quotarsi a Francoforte nonostante l’incertezza sui mercati aumenti le difficoltà dell’operazione.

Fonte: Bloomberg

I dettagli dell’operazione

Porsche, il costruttore di automobili sportive sinonimo di esclusività, lusso e prestazioni intende quotarsi in Borsa con il principale obiettivo di attrarre maggiori capitali, ormai sempre più necessari per sostenere gli ingenti investimenti per lo sviluppo della sua gamma di modelli elettrici.

L’azienda, controllata principalmente da Volkswagen e dalla famiglia Piech-Porsche, intende quotarsi entro un mese (indicativamente a fine settembre o per i primi di ottobre) in funzione degli sviluppi sui mercati finanziari. La società vorrebbe offrire il 25% delle azioni privilegiate sul mercato (pari al 12,5% del capitale sociale) con la QIA (Qatar Investment Authority), già azionista per il 10,5% di Volkswagen, che ora sarebbe fortemente interessata all’acquisto di una quota del 2,5% di Porsche.

Lo sbarco in Borsa del costruttore di Stoccarda potrebbe risultare una delle più grandi offerte pubbliche iniziali (IPO) in Germania e la più grande in Europa dal 1999 grazie ad una valutazione stimata tra i €60 e gli €85 miliardi.

I proventi dell’operazione saranno indirizzati principalmente verso lo sviluppo della gamma di modelli elettrici e andranno a finanziare i progetti relativi alle nuove piattaforme modulari e alle batterie. Non ultimo, Volkswagen ha annunciato che, se l’operazione avrà successo, ridistribuirà i 49% dei proventi agli azionisti attraverso un dividendo straordinario.

La società offrirà anche azioni privilegiate per cercare di fidelizzare i propri migliori clienti in paesi come Spagna, Francia e Italia. Inoltre, Volkswagen intende trasferire il 25% del capitale sociale di Porsche AG nella società Porsche SE così da garantire alle famiglie controllanti Porsche e Piech una minoranza di blocco.

Nonostante ciò, gli investitori non sono unanimi riguardo al timing dell’operazione che ritengono troppo volatile e causa di eccessivi rischi macroeconomici che potrebbero interferire con il corretto sviluppo della quotazione. Infatti, anche i suoi concorrenti più stretti come Ferrari e Aston Martin hanno subito recenti cali in Borsa proprio a causa delle condizioni di mercato avverse.

Le intenzioni di Volkswagen e i paralleli con Ferrari

Il secondo più grande gruppo automobilistico al mondo - che detiene numerosi altri marchi, tra cui Audi, Skoda, Seat, Bugatti e Bentley - aveva iniziato a discutere di una possibile IPO della sua controllata Porsche già nel febbraio scorso. Tuttavia, l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Putin ha rimandato i piani fino ad oggi.

Ora il colosso di Wolfsburg mira, dunque, a creare un leader nel campo delle auto sportive di lusso con un occhio di riguardo agli investitori. L’operazione sembra infatti molto simile a quella fatta nel 2016 da FCA che, grazie alla lungimiranza dell’allora amministratore delegato Sergio Marchionne, quotò Ferrari congiuntamente a Wall Street e a Milano.

Da allora Ferrari è cresciuta fino ad un massimo di €247 per azione con una redditività finanziaria notevole e avviando quindi un altro capitolo ricco di successi nella storia della società.

Crediamo che Porsche potrebbe avere la stessa sorte nel medio-lungo termine grazie alla straordinaria marginalità, al valore del brand e alla capacità di generare ricavi crescenti nel tempo.

Le performance di Volkswagen

Il titolo della casa di Wolfsburg quota attualmente a €148 per azione registrando una performance da inizio anno negativa per il 20%. Nonostante ciò, il gruppo si dimostra solido grazie alla sua ampia diversificazione nella produzione di veicoli che spazia dalle auto ai camion.

Inoltre, la società è in grado di offrire numerosi marchi di autoveicoli che vanno dalle auto standard a quelle di lusso e sportive, permettendole di garantire ricavi in crescita anche durante periodi di incertezza macroeconomica e di vendite in calo (come quello che stiamo vivendo adesso).

L’ottimismo degli investitori

La quotazione di Porsche era nelle mente degli investitori da parecchio tempo. Infatti, già nel 2009 la Qatar Investment Authority (il fondo sovrano del Qatar con assets totali pari a $450 miliardi) rilevò una quota consistente della società con l’idea di portarla successivamente sul listino (ora detiene una quota pari al 4,99% del capitale sociale e rimarrà uno dei principali investitori istituzionali).

Nonostante i nobili intenti, solo oggi Volkswagen e la famiglia Piech hanno deciso di portare la società in Borsa così che la famiglia possa avere un maggior controllo ed una maggiore liquidità delle proprie quote azionarie.

L’azienda sta infatti aumentando di anno in anno i propri ricavi con un margine operativo aumentato del 22% nel primo semestre 2022 contro un calo dell’8% di Volkswagen.

Inoltre, Porsche si è ritagliata uno spazio notevole tra i costruttori più attivi nel campo delle vetture elettriche e sta attraendo molti investitori che vogliono cavalcare i margini di sviluppo in questo settore.

Infatti, la sua nuova gamma di modelli a batteria, denominati Taycan, hanno ormai superato le vendite della ben più nota 911 (modello in produzione dal 1963), grazie a circa 80mila vetture vendute globalmente.

Nel 2021, la società di Stoccarda ha venduto circa 283mila veicoli (contro i 263mila nel 2020) e i ricavi si sono attestati a €30 miliardi (2021) in crescita rispetto ai 26 miliardi nel 2020. Le stime del consensus prevedono per il 2022 circa 300mila veicoli venduti, ricavi a €33 miliardi e un EBIT di €5,9 miliardi.

In conclusione, crediamo che la quotazione possa determinare un grosso successo per la società che ha una solida situazione finanziaria legata ad obiettivi di lungo termine grazie alla partecipazione delle famiglie controllanti.

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