Week end trading sui mercati asiatici: stop al rally di Shanghai, in calo l’Hang Seng
Da lunedì, la Borsa di Shanghai ha osservato un rally che l’ha riportata ai massimi da cinque anni. Gli effetti hanno avuto vita breve sul resto degli indici asiatici, che chiudono la settimana in ribasso
Dalla fine di giugno la Borsa di Shanghai ha guadagnato il 16,5%, mettendo a segno rialzi per otto giorni consecutivi che l’hanno portata ai massimi da cinque anni.
Fino all’ultima sessione, quella di venerdì, in cui la Cina ha messo fine al rally rialzista chiudendo in calo: Shanghai ha perso l’1,95%, scendendo a 3.383 punti, Shenzhen ha lasciato sul terreno lo 0,61% a 13.671 punti e China A50 segna il ribasso più forte, un calo del 2,50%, a 15.824 punti.
La Cina si allinea così al resto delle Borse asiatiche che, al contrario, per tutta la settimana hanno lottato per mantenere i guadagni.
La settimana di Shanghai
D’altra parte, non è la prima volta che i mercati azionari cinesi iniziano a gonfiarsi – senza essere accompagnati da effettivi rialzi in termini di profitti. Era già successo nel 2007 e nel 2015 e secondo gli analisti, per quanto euforici, gli investitori oggi sembrano più consapevoli del rischio di un’implosione della bolla speculativa. D’altra parte dopo che, nel 2015, una fattispecie simile causò l’azzeramento di un valore pari a cinque miliardi di dollari, le autorità regolamentazione reagirono con una serie di provvedimenti restrittivi.
Oggi come allora, a spingere i rialzi sono stati soprattutto i media di stato, grazie all’apposita diffusione di notizie ottimistiche che hanno restituito agli investitori fiducia nella ripresa economica. A queste si aggiungono anche i dati macro della settimana, piuttosto favorevoli – l’inflazione di giugno in Cina è aumentata del 2,7% rispetto allo stesso periodo del 2019 -, per quanto i fondamentali economici non siano sufficienti a spiegare il rally sui mercati azionari. Ad aiutare l’appetito per gli investimenti contribuiscono anche condizioni monetarie più favorevoli, grazie alle nuove mosse di politica monetaria da parte della Banca centrale cinese.
Quali risvolti sul resto degli indici asiatici?
Non hanno reagito allo stesso modo il resto degli indici asiatici, su cui continua a gravare lo spettro di una seconda ondata della pandemia di Covid-19. Stamattina in Giappone il Nikkei ha chiuso in ribasso dell’1,06% mentre il Topix ha perso l’1,42%, 1.532 punti. Scende anche il Kospi coreano, in calo dello 0,81%, ma è soprattutto l’Hang Seng ad aver registrato i ribassi più forti: -1,84%, a 25.727 punti.
All’inizio della settimana la Borsa di Hong Kong non era andata esente dai rialzi di Shanghai, che si erano riflettuti in un guadagno del 4,28%. Eppure l’euforia non è durata, nonostante il traffico di investitori stranieri attirati dal trend in rialzo della Cina che è passato per Hong Kong.
Cos’è il week end trading?
Grazie al week end trading è possibile accedere ai mercati del forex e indici anche durante il fine settimana, quando il volume di eventi è ridotto. Il week end trading è infatti utile soprattutto in periodi di alta volatilità, quando anche una sola notizia è in grado di provocare reazioni a catena sui mercati.
Le quotazioni di indici e Forex sono slegate dalle controparti attive nei giorni feriali: il loro calcolo avviene prendendo in considerazioni una serie di variabili tra cui le prospettive di mercato, le attività dei clienti e il flusso di notizie.
Perché fare week end trading? Soprattutto per proteggersi dal rischio sulle posizioni aperte nei giorni feriali: all’inizio della settimana, le posizioni aperta su Forex e indici si regolarizzeranno sui livelli delle posizioni feriali se mantenute aperte dopo la chiusura della domenica, con gli eventuali stop e limiti invariati.
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