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Roc - utilizzo avanzato nelle fasi di trend

Abbiamo già parlato di questo indicatore di Momentum nella sezione della Analisi algoritmica alla quale vi rimando per comprendere i criteri di costruzione e i limiti di un suo utilizzo secondo i segnali derivanti dagli schemi classici che prevedono di acquistare quando l’indicatore supera dal basso in alto la linea dello zero e di vendere, viceversa, quando il Price Rate of Change  la attraversa dall’alto verso il basso.

Vediamo ora come utilizzare in modo avanzato questo indicatore prendendo in considerazione le soglie di ipercomprato e ipervenduto. Vedremo anzitutto come identificarle e poi come utilizzarle in ottica operativa.

Prendendo in considerazione i criteri di costruzione dell’indicatore, possiamo intanto osservare che, come ci si aspetterebbe:  se i prezzi salgono l’indicatore si mantiene positivo; al contrario una discesa dei prezzi comporta  una inclinazione negativa della linea dell’indicatore.

Abbiamo accennato più volte nei vari articoli come la difficoltà principale nell’individuare zone di ipercomprato e ipervenduto in tutti gli indicatori consista nel fatto che, a differenza degli oscillatori, questi strumenti di analisi algoritmica non hanno livelli prefissati inferiori o superiori che possano tornare utiliper questa finalità.

Tuttavia il ROC  genera comunque delle area che possono essere qualificate come estreme per definire zone  di ipercomprato e ipevenduto.

Esistono (è quasi ovvio) tre condizioni di mercato: rialzista, ribassista e laterale. Si potrebbe dire che il ROC funzioni particolarmente bene in mercati laterali con fluttuazioni abbastanza regolari. In questa condizione di lateralità risulta molto semplice per chiunque, basandosi sull’andamento recente dell’indicatore, individuare aree estreme e prevedere possibili punti  di svolta dei prezzi.

Quando invece il titolo è in tendenza occorre utilizzare un metodo quanto più oggettivo possibile per individuare le zone c.d. estreme su cui operare.

Per loro natura alcuni titoli sono più o meno volatili di altri e, di conseguenza, per ogni titolo su cui intendiamo operare occorre  individuare quali siano le area di ipercomprato e ipervenduto che meglio si adattino al ROC applicato a quel determinato strumento.

Nel grafico che segue abbiamo il titolo Saipem su base giornaliera. Inseriamo una semplice media a 20 periodi che ci scandisce il trend di fondo e l’indicatore ROC (Price rate of Change) a 12 periodi.

Nel giugno 2014 il titolo sembra invertire la tendenza rialzista in atto: i prezzi dopo aver fatto un massimo cominciano a scendere e tagliano al ribasso la media a 20. Dopo il taglio della media a 20 la discesa dei prezzi prosegue mentre l’indicatore ROC passa sotto la linea dello zero.

Nell’agosto 2014 i prezzi mettono in atto il primo rimbalzo significativo e ritornano lievemente al di sopra della media. Nello stesso tempo il ROC mette a segno un rimbalzo di un certo rilievo arrivando a testareun valore di circa 10, anche se i prezzi non riescono a raggiungere i massimi precedenti. Dopo qualche seduta Saipem taglia di nuovo al ribasso la media a 20 periodi e il supporto dinamico che abbiamo disegnato, riprendendo il trend ribassista.

Il valore raggiunto dal ROC nel rimbalzo verrà considerato come soglia di ipercomprato per individuare il punto di svolta della correzione successiva.

Il titolo è chiaramente in trend negativo di conseguenza apriremo solo operazioni al ribasso quando il ROC raggiungerà l’area di ipercomprato e i prezzi taglieranno al ribasso la media e il supporto dinamico.

Come possiamo vedere l’operazione sarebbe stata molto profittevole in quanto il titolo nel movimento successivo ha perso circa il 50% del proprio valore.

Di seguito un esempio della stessa metodologia applicata a un trend rialzista.

Il titolo in questione è Generali su grafico giornaliero.

Il titolo inverte la sua tendenza fra il mese di marzo e giugno. Effettua un primo movimento rialzista evidenziato sia dalla media a 20 che dal ROC che fa segnare valori elevati al di sopra della linea dello zero.

Nel primo ritracciamento il ROC raggiunge un’area estrema sul valore approssimativo - 6. Tracciamo il nostro livello statico di ipervenduto, attendiamo il successivo movimento in direzione della tendenza in atto e poi il primo ritracciamento.

Come vediamo nella successiva correzione i prezzi raggiungono  la nostra area di ipervenduto nel mese di settembre. Quello sarà il ritracciamento che ci permetterà di posizionarci al rialzo sul titolo per beneficiare del successivo movimento in direzione della tendenza in atto.

Attendiamo un segnale di forza, dato dalla rottura della trendline dinamica  per posizionarci al rialzo.

Come possiamo vedere, anche in questo caso ne saremmo usciti decisamente vincenti.

Abbiamo così esaminato in modo approfondito l’operatività con prezzi in tendenza. Esamineremo in un prossimo articolo l’utilizzo del ROC per operare  nelle fasi laterali di prezzo con prezzi laterali. Nonostante quel che si dica e cioè che questo indicatore ha le sue più grandi potenzialità su movimenti laterali, ci teniamo a precisare che per determinare un movimento laterale abbiamo bisogno di almeno quattro punti, due minimi e due massimi. Spesso quando noi abbiamo individuato una fase di congestione, questa è già al termine, di conseguenza risulta rischioso prendere posizione dopo che si sono verificati i nostri quattro punti.

L’operatività risulta abbastanza complessa perché il timing di entrata è notevolmente ritardato ritardato e i movimenti sono abbastanza ridotti.

Nel grafico che segue vogliamo dimostrare quanto detto sopra riguardo alle fasi di lateralità:

Come possiamo notare il titolo Intesa San Paolo rimane in fase laterale per ca. 7 mesi. Se noi andiamo ad osservare i picchi del ROC, ci accorgiamo che essi effettuano dei movimenti grosso modo costanti e risulta facile disegnare due linee che delimitano le aree di ipercomprato e ipervenduto. Per questo motivo risulta facile affermare che l’indicatore “lavora bene” nelle fasi laterali.

Da trader operativi invece possiamo affermare che non sappiamo di essere in una fase laterale fin tanto che on si determinano due minimi e due massimi, questo significa che quando si forma il secondo massimo, no possiamo solo partire dal presupposto che i prezzi stanno entrando in una fase di lateralità, ma come si sul dire dobbiamo tradare quel che vediamo e non quel che pensiamo.

Sul secondo minimi del ROC possiamo avere la conferma di trovarci all’interno di una fase laterale di conseguenza l’unica operazione che potremmo intraprendere perché confermata da una fase laterale è quella sul terzo picco del ROC che come vediamo ci porterebbe invece ad una perdita.

Diciamo di conseguenza che è opportuno valutare attentamente quello che può essere il nostro stop e il nostro target prima di aprire posizioni in fasi laterali di mercato, in quanto non è facile, soprattutto a livello daily trovare fasi di lateralità eccessivamente prolungate che ci permettano una operatività molto profittevole come quella nei mercati in tendenza.

 

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